Sussidi per la preghiera nel tempo del corona virus - Parrocchia Maria Madre della chiesa

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Ci sollevi la tua misericordia
Sussidio liturgico-pastorale per la Preghiera in famiglia e
personale nel tempo del contagio virale

     25 marzo 2020
Annunciazione del Signore
 
29 marzo 2020
Quinta  Domenica di Quaresima
 


Per celebrare il Giorno del Signore nel tempo del Coronavirus
In questo tempo di vera prova quaresimale”, limpossibilità di celebrare con il popolo lEucaristia domenicale e festiva, seppure ci rattrista tuttavia non ci coraggia. Con docile obbedienza ecclesiale accogliamo quanto sapientemente prevede il Codice di Diritto Canonico al can. 1248 §2., in situazioni come quella attuale: «Se per la mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica, si raccomanda vivamente che i fedeli […] attendano  per un congruo tempo alla preghiera personalmente o in famiglia».
Ringraziando la Chiesa di Cefalù, che ha preparato questo strumento e lo ha concesso in uso, offriamo a tutti presbiteri e alle famiglie della nostra Arcidiocesi questo sussidio, che riporta degli schemi di preghiera da fare in famiglia, nel rispetto della normativa del Governo. Questo per riscoprire la bellezza del Giorno del Signore, vero giorno di famiglia,   che   è   sempre Chiesa domestica. Rinnoviamo a tutti la disponibilità del Servizio.
 
 
Cosenza, 10 marzo 2020

                                                                                                       Il Direttore dell'Ufficio Liturgico
Don Luca Perri
I Responsabili e lAssistente dellUfficio Famiglia
Gianluca e Zaira Marino – Don Francesco Sprovieri

25 marzo 2020 – Annunciazione del Signore
 
 

RITI INIZIALI     Segno di Croce
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R.      Amen.

Antifona
Tutti insieme    Disse il Signore, quando entrò nel mondo:
«Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà».
 
(Eb 5,7)

Atto penitenziale
Riconosciamoci peccatori e invochiamo la misericordia del Signore.
Dopo una pausa di silenzio, si prega:
Pietà di noi, Signore.
R.       Contro di te abbiamo peccato.
Mostraci, Signore, la tua misericordia.
R.       E donaci la tua salvezza.
Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
R.        Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA       Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaìa (7,10-14)

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore,  tuo  Dio,  dal   profondo   degli   inferi   oppure     dall’alto». Ma Acaz rispose:  «Non  lo chiederò, non  voglio tentare il  Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini,  perché  ora  vogliate  stancare  anche  il  mio  Dio?  Pertanto  il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi».

Parola di Dio.                       R. Rendiamo grazie a Dio.
 

Salmo Responsoriale (dal Salmo 39)
R.        Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».
«Nel rotolo del libro su di me è scritto di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».
Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.
Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza ho proclamato.

Seconda Lettura
Dalla lettera agli Ebrei (10,4-10)

Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio   né   offerta,  un     corpo     invece     mi     hai     preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
Parola di Dio.                       R. Rendiamo grazie a Dio.

Canto al Vangelo (Lc 1,28.38)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te.
Eccomi, sono la serva del Signore.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo
Dal vangelo secondo Luca (1,26-28)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora  Maria  disse  all’angelo:  «Come  avverrà  questo,  poiché  non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo  Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
 
 
Acclamiamo alla Parola del Signore.
 
R. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Meditazione
Si può rispettare un tempo di silenzio per la riflessione personale; oppure ciascuno può condividere brevemente con i presenti la sua riflessione sulle letture ascoltate; oppure si può leggere la meditazione di Papa Francesco proposta qui di seguito.

Dall’Omelia del 25 marzo 2017, di papa Francesco
 
Dio stesso è Colui che prende l’iniziativa e sceglie di inserirsi, come ha fatto con Maria, nelle nostre case, nelle nostre lotte quotidiane, colme di ansie e insieme di desideri. Ed è proprio all’interno delle nostre città, delle nostre scuole e università, delle piazze e degli ospedali che si compie l’annuncio più bello che possiamo ascoltare: «Rallegrati, il Signore è con te!». Una gioia che genera vita, che genera speranza, che si fa carne nel modo in cui guardiamo al domani, nell’atteggiamento con cui guardiamo gli altri. Una gioia che diventa solidarietà, ospitalità, misericordia verso tutti. Al pari di Maria, anche noi possiamo essere presi dallo smarrimento. «Come  avverrà  questo» in  tempi  così  pieni di  speculazione?  Si  specula  sulla  vita,  sul  lavoro,  sulla  famiglia. Si specula sui poveri e sui migranti; si specula sui giovani e sul loro futuro. Tutto sembra ridursi a cifre, lasciando, per altro verso, che la vita quotidiana di tante famiglie si tinga di precarietà e di insicurezza. Mentre il dolore bussa a molte porte, mentre in tanti giovani cresce l’insoddisfazione per mancanza di reali opportunità, la speculazione abbonda  ovunque.  Certamente,  il  ritmo  vertiginoso  a  cui     siamo sottoposti sembrerebbe rubarci la speranza e la gioia. Le pressioni e l’impotenza di fronte a tante situazioni sembrerebbero inaridirci l’anima e  renderci  insensibili  di  fronte  alle  innumerevoli  sfide.  E paradossalmente quando tutto si accelera per costruire – in teoria – una società migliore, alla fine non si ha tempo per niente e per nessuno. Perdiamo il tempo per la famiglia, il tempo per la comunità, perdiamo il tempo per l’amicizia, per la solidarietà e per la memoria. Ci farà bene domandarci:  come  è  possibile  vivere  la   gioia   del  Vangelo  oggi all’interno  delle  nostre  città?  E’  possibile  la  speranza  cristiana  in questa situazione, qui e ora? Queste due domande toccano la nostra identità, la vita delle nostre famiglie, dei nostri paesi e delle nostre città. Toccano la vita dei nostri figli, dei nostri giovani ed esigono da parte nostra un nuovo modo di situarci nella storia. Se continuano ad essere possibili la gioia e la speranza cristiana non possiamo, non vogliamo rimanere davanti a tante situazioni dolorose come meri spettatori che guardano  il  cielo  aspettando  che  “smetta di  piovere”.  Tutto  ciò  che accade esige da noi che guardiamo al presente con audacia, con l’audacia di chi sa che la gioia della salvezza prende forma nella vita quotidiana della casa di una giovane di Nazareth.

Simbolo apostolico
 
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
 

Preghiera universale
Come la vergine Maria, fidiamoci del Signore e a lui innalziamo la nostra filiale preghiera:
R. Si compia in noi la tua Parola, Signore.
-   Perché la Chiesa si lasci convertire ogni giorno dalla Vangelo del suo Signore, preghiamo. R.
-    Perché coloro che soffrono per il contagio virale non cadano  nella disperazione ma siano sorretti dalla fede e dalla carità operosa di quanti si prendono cura di loro, preghiamo. R.
-  Perché in questo tempo di prova noi tutti possiamo rimanere uniti nella preghiera,  nel  rispetto  responsabile  e  civile  delle  norme  indicateci, preghiamo. R.
Si possono aggiungere altre intercessioni.
Gesù, ricordati di noi presso il Padre tuo e nel tuo Spirito ammettici a pregare con le tue stesse parole:
R. Padre nostro, che sei nei cieli…
O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse uomo nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che adoriamo il mistero del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua vita immortale. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.

Invocazione alla beata Vergine Maria Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.

Conclusione
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
R. Amen.
 
 
 
 
29 marzo 2020 - Quinta  Domenica di Quaresima - A
 
La Domenica di Lazzaro

RITI INIZIALI     Segno di Croce
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R.  Amen.

Antifona
Tutti insieme    Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall'uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 42,1-2)

Atto penitenziale
Riconosciamoci peccatori e invochiamo la misericordia del Signore.
Dopo una pausa di silenzio, si prega:
Pietà di noi, Signore.
R.       Contro di te abbiamo peccato.

Mostraci, Signore, la tua misericordia.
R.       E donaci la tua salvezza.

Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
R.       Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA         Prima Lettura
Dal libro del profeta Ezechièle (37,12-14)

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi facciouscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.
Parola di Dio.                        R. Rendiamo grazie a Dio.

Salmo Responsoriale (dal Salmo 129)
R.        Il Signore è bontà e misericordia.
Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica.    R.
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore.   R.
Io spero, Signore.
Spera l’anima mia, attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora.   R.
Più che le sentinelle l’aurora, Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.    R.

Seconda Lettura
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,8-11)
 

Fratelli,  quelli  che  si  lasciano  dominare  dalla  carne  non  possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
 
 
Parola di Dio.                        R. Rendiamo grazie a Dio.

Canto al Vangelo (cf. Gv 11,25.26)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore, chi crede in me non morirà in eterno.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo
 
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 11,1-45)

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [ Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui  che  tu  ami  è  malato».  All’udire  questo,  Gesù  disse:  «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e  Lazzaro. Quando sentì  che era  malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». ] I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non  è in lui». Disse queste cose  e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò   Lazzaro   che   già   da   quattro   giorni   era   nel sepolcro. ]Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque,  come udì che veniva Gesù,  gli  andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato  qui,  mio  fratello  non  sarebbe  morto!  Ma  anche  ora  so  che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di   Dio,   colui   che   viene   nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e  di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire,   la   seguirono,   pensando     che     andasse     a     piangere     al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!».  Gesù   scoppiò  in  pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che   ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni».  Le disse Gesù:  «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di   Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo  grazie  perché  mi  hai  ascoltato.  Io  sapevo  che  mi  dai  sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Acclamiamo alla Parola del Signore.
R. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Meditazione
 
Si può rispettare un tempo di silenzio per la riflessione personale; oppure ciascuno può condividere brevemente con i presenti la sua riflessione sulle letture ascoltate; oppure si può leggere la meditazione di Papa Francesco proposta qui di seguito.

Dall’Angelus del 6 aprile 2014, di papa Francesco

 
Il Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima ci narra la risurrezione di Lazzaro. E’ il culmine dei “segni” prodigiosi compiuti da Gesù: è un gesto troppo grande, troppo chiaramente divino per essere tollerato dai sommi sacerdoti, i quali, saputo il fatto, presero la decisione di uccidere Gesù (cfr Gv 11,53). Lazzaro era morto già da tre giorni, quando giunse Gesù; e alle sorelle Marta e Maria Egli disse parole che si sono impresse per sempre nella memoria della comunità cristiana. Dice così Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25). Su questa Parola del Signore noi crediamo che la vita di chi crede in Gesù e segue il suo comandamento, dopo la morte sarà trasformata in una vita nuova, piena e immortale. Come Gesù è risorto con il proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi. Lui ci aspetta presso il Padre, e la forza dello Spirito Santo, che ha risuscitato Lui, risusciterà anche chi è unito a Lui. Dinanzi alla tomba sigillata dell’amico Lazzaro, Gesù «gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. E il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario» (vv. 43-44). Questo grido perentorio è rivolto ad ogni uomo, perché tutti siamo segnati dalla morte, tutti noi; è la voce di Colui che è il padrone della vita e vuole che tutti «l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte, con i nostri sbagli, con i nostri peccati. Lui non si rassegna a questo! Lui ci invita, quasi ci ordina, di uscire dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno sprofondato. Ci chiama insistentemente ad uscire dal buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi, accontentandoci di una vita falsa, egoistica, mediocre. «Vieni fuori!», ci dice, «Vieni fuori!». E’ un bell’invito alla vera libertà, a lasciarci afferrare da queste parole di Gesù che oggi ripete a ciascuno di noi.   Un   invito   a   lasciarci   liberare   dalle   “bende”,   dalle   bende dell’orgoglio.  Perché  l’orgoglio  ci  fa  schiavi,  schiavi  di  noi  stessi, schiavi di tanti idoli, di tante cose. La nostra risurrezione incomincia da qui: quando decidiamo di obbedire a questo comando di Gesù uscendo alla luce, alla vita; quando dalla nostra faccia cadono le maschere - tante volte noi siamo mascherati dal peccato, le maschere devono cadere! - e noi ritroviamo il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio. Il gesto di Gesù che risuscita Lazzaro mostra fin dove può arrivare la forza della Grazia di Dio, e dunque fin dove può arrivare la nostra conversione, il nostro cambiamento. Ma sentite bene: non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti! Non c’è alcun  limite alla  misericordia divina  offerta  a  tutti!  ricordatevi bene questa frase. E possiamo dirla insieme tutti: “Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti”. Diciamolo insieme: “Non c’è alcun limite alla misericordia divina offerta a tutti”. Il Signore è sempre pronto a sollevare la pietra tombale dei nostri peccati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi.

Simbolo apostolico
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Preghiera universale
 
Confidiamo  nella  potenza  della  misericordia  del  Signore  e  a  lui
affidiamo le nostre suppliche:
R. Noi speriamo in te, Signore.
-  Per papa Francesco, per il nostro vescovo Francesco e per tutti i nostri sacerdoti,  perché  in  ogni  circostanza  della  vita  siano   uomini  che annunciano il Vangelo, testimonino la speranza, donino la misericordia preghiamo. R.
-   Per le famiglie e per tutti i lavoratori, duramente messi alla prova da questo tempo di contagio virale, perché non disperino nelle  difficoltà, ma trovino forza nella fede e nella nostra vicinanza operosa, preghiamo. R.
-     Per  noi  e  per  quanti  si  affidano  alla  nostra  preghiera,  perché  la preghiera ci sostenga, la potenza del vangelo ci liberi, la fede ecclesiale ci consoli, preghiamo. R.
Si possono aggiungere altre intercessioni.
Gesù, ricordati di noi presso il Padre tuo e nel tuo Spirito ammettici a pregare con le tue stesse parole:
R. Padre nostro, che sei nei cieli…
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.

Invocazione alla beata Vergine Maria
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.

Conclusione
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male
e ci conduca alla vita eterna.
R. Amen.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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